Diario di una neo mamma: dermatite atopica

Da quando sono diventata mamma ho avuto modo di capire che la pelle dei bambini è diversa dalla pelle degli adulti in struttura, funzione e composizione.

La pelle del feto si origina nel ventre materno in condizioni perfettamente sterili. Dopo la nascita la superficie cutanea non è più sterile e asettica, bensì abitata e colonizzata da un’ampia gamma di ceppi microbici sia “buoni” che “cattivi”. L’integrità della barriera cutanea è necessaria per ostacolare l’attacco e la colonizzazione della pelle da parte di agenti patogeni, con possibile sviluppo di  malattie infiammatorie croniche note come dermatiti atopiche, caratterizzate da secchezza cutanea e prurito.

Anche il mio piccolo Tommy ha sofferto, e soffre, di dermatite atopica e ogni giorno mi capita di parlare con mamme di bambini che soffrono di questa comunissima patologia. Innanzitutto penso sia necessario distinguere la dermatite atopica estrinseca (associata ad allergia) dalla dermatite atopica intrinseca (non associata ad allergia). La distinzione è importante perché permette di porre l’attenzione non tanto sulla sensibilizzazione allergica “estrinseca”, ma sul difetto “intrinseco”.

Per difetto “intrinseco” della cute intendo un’alterazione nell’integrità della barriera cutanea causata per lo più da fattori genetici, quali vere e proprie alterazioni genetiche nell’EDC (complesso di differenziazione epidermico) che portano ad un difetto di barriera cutanea, con eccessiva perdita d’acqua e conseguente secchezza. Attraverso la cute lesionata, quindi molto più sensibile, possono penetrare  numerose sostanze e molecole allergizzanti  in grado di indurre molto più facilmente una reazione immunitaria di tipo allergico, scatenata dalla sensibilizzazione della zona cutanea interessata.

La dermatite atopica si aggrava quando vi è una colonizzazione batterica sulla cute già lesionata per il difetto “intrinseco” sopra citato.

Cosa possiamo fare noi mamme? Ridurre la secchezza cutanea idratando la pelle dei nostri figli.

L’unica cosa che possiamo fare noi mamme è infatti cercare di preservare e/o ripristinare l’integrità della barriera cutanea per contrastare una colonizzazione batterica, ridurre l’infiammazione persistente e la risposta immunitaria. Non sempre si tratta di un intervento di guarigione ma sicuramente di controllo dell’infiammazione.

Un altro importantissimo nostro compito è scegliere con cura i prodotti per i nostri pargoli, stando attente a utilizzare formulazioni che non alterino il pH della superficie cutanea e l’integrità della barriera cutanea.

Io con Tommaso utilizzo per il bagnetto il Bio bagno doccia alla camomilla, formulato con tensioattivi delicati e coccolo mattina e sera la sua pelle con una crema idratante ricca di glicerina, burri ed oli vegetali. Tommaso la sta provando per voi (stay tuned)! E non appena mi accorgo di un’alterazione cutanea corro ai ripari utilizzando una pomata all’ossido di zinco e coprendo con una garza la zona sensibilizzata. Da quando utilizzo questi accorgimenti non si sono più verificate infiammazioni croniche.